Quando si parla di edifici a più piani, normalmente un non addetto ai lavori pensa a edifici in muratura e non a case in legno. Come mai?
L’idea che col legno non si possano costruire edifici alti si è consolidata nel corso del tempo. Per decenni, infatti, le prescrizioni antincendio non permettevano di costruire case in legno con più di due o tre piani. Il motivo era sempre lo stesso: «il legno brucia». Il graduale adeguamento delle prescrizioni in materia di protezione antincendio ha portato a un ripensamento al riguardo. Da quando sono entrate in vigore le nuove prescrizioni antincendio 2015 dell’Associazione degli istituti cantonali di assicurazione antincendio (AICAA), in linea di massima i componenti in legno possono essere impiegati in tutte le categorie di altezza dei fabbricati e per tutte le destinazioni d’uso. I pregiudizi sono però ancora profondamente radicati in una parte della popolazione.
Quali sono stati i passi decisivi che hanno consentito di mettere a punto le possibilità applicative di oggi?
Le approfondite attività di ricerca e sviluppo svolte nel campo della «protezione antincendio nell’edilizia in legno» hanno fornito un importante contributo in questo senso. Bisognava dimostrare che il criterio determinante non è la combustibilità di un materiale, bensì che la reazione al fuoco dipende piuttosto dalla corretta realizzazione di una costruzione sotto il profilo della protezione antincendio. Si è così potuto ottenere che nelle prescrizioni in materia di protezione antincendio del 2015 non si faccia più alcuna distinzione fra strutture combustibili e non combustibili. O, in altre parole: se si costruisce con criterio, col legno si possono realizzare edifici che, in quanto a protezione antincendio, non hanno nulla da invidiare agli edifici in muratura.
Spesso, nelle costruzioni in legno, la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi è affidata ai prodotti isolanti. Che importanza ha a questo riguardo un punto di fusione superiore ai 1000 °C?
Un punto di fusione superiore ai 1000 °C è un criterio decisivo per la protezione antincendio nell’edilizia in legno. L’alto punto di fusione fa sì che la coibentazione resista anche a temperature molto elevate, il che costituisce un vantaggio rispetto ai materiali isolanti con un punto di fusione più basso. I materiali isolanti ad alto punto di fusione possono pertanto contribuire attivamente alla resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in legno. Un esempio tipico è rappresentato dalla combustione laterale degli elementi portanti in legno. Utilizzando materiali isolanti con un punto di fusione superiore ai 1000 °C, i montanti delle pareti con intelaiatura in legno possono essere realizzati più sottili che non con prodotti isolanti che non soddisfano questo criterio.
In che misura oggi un architetto deve occuparsi della protezione antincendio? Lo fa in prima persona oppure ricorre all’aiuto di progettisti specializzati o di esperti in materia di protezione antincendio?
Per quanto concerne gli edifici residenziali più piccoli, come ad esempio le case unifamiliari o le piccole case plurifamiliari, nonché altri edifici classificati secondo il grado di garanzia della qualità 1, un architetto o un direttore dei lavori dovrebbe essere in grado di progettare da solo la protezione antincendio. Per gli edifici di dimensioni maggiori e più complessi, invece, è buona norma o addirittura indispensabile ricorrere a specialisti. Ciononostante, è importante che un architetto conosca gli elementi fondamentali della protezione antincendio, in modo da poterne tenere conto sin dall’inizio della progettazione. Se non lo fa, in un momento successivo potrebbe essere costretto a modificare il proprio progetto per conformarlo alla normativa antincendio.